Un Bosco dalla Cenere

Approfondimenti e aggiornamenti sul progetto

Logo della Campagna Un Bosco dalla Cenere. Sponsor Stihl, Timesis, PFM Società tra Professionisti, SPES consulting

Il progetto di raccolta fondi Un Bosco dalla Cenere nasce dalla collaborazione tra  AlberItalia  DAGRI (Università degli Studi di Firenze) e la Comunità del Bosco del Monte Pisano

Il progetto “Un bosco dalla Cenere” è stato selezionato da Banca Etica all’interno del Bando Impatto+. Grazie a questo riconoscimento, Banca Etica al raggiungimento del 75% della cifra prevista, ha contribuito a coprire il restante 25% per finanziare il progetto.

Su questa pagina troverete i dettagli del progetto e tutti i link agli aggiornamenti e approfondimenti.

Ringraziamenti e sponsor

Il progetto  verrà realizzato grazie alla raccolta fondi (qui trovate l’elenco delle persone che hanno contribuito  tutte le persone che hanno sostenuto il progetto Un Bosco dalla Cenere )realizzata sula piattaforma  Produzioni dal Basso.

Un particolare ringraziamento va al main sponsor  Stihl, ed agli sponsor: Timesis, PFM srl Società tra Professionisti e Spes Consulting

Sul Monte Pisano alla fine di settembre 2018 e nel febbraio 2019 due vasti incendi hanno  distrutto oltre 1200 ettari di bosco. L’incendio per la sua intensità ed ubicazione ha avuto un forte impatto mediatico a livello nazionale ed effetti durissimi per le popolazioni locali e sulle coperture vegetali del Monte Pisano.

Al di là dei numeri, all’interno della superficie andata a fuoco, ci sono le storie di chi quei territori li vive ogni giorno, li abita, ci lavora; comunità che hanno visto modificarsi in pochi giorni il paesaggio su cui si poggiava la loro economia e cultura. Storie che si sommano a tante altre con un unico denominatore, l’effetto del cambiamento climatico. Infatti, nonostante l’origine dolosa del rogo, sono state le condizioni climatiche favorevoli a trasformare questo incendio in uno di quelli che ad oggi vengono definiti mega fires, eventi un tempo impensabili in Italia ma che invece abbiamo iniziato a conoscere molto bene durante le nostre estati, ultimi esempi quelli della Calabria e della Sardegna del 2021. 

Il progetto “Un Bosco dalla Cenere” ha l’obiettivo di ripristinare la copertura vegetale di una delle aree percorse dall’incendio del 2018, tramite la piantagione di specie arboree e arbustive autoctone che, grazie alla progettazione dell’impianto e alla natura stessa delle specie utilizzate, riducono il rischio di propagazione di futuri incendi, creando un bosco più resiliente verso i possibili effetti della crisi climatica. Il tutto lavorando a stretto contatto con le comunità locali tramite attività di sensibilizzazione e di comunicazione volte a coinvolgerle nella rinascita del loro bosco. L’incendio è stato infatti vissuto in tutta la zona come una ferita grave al paesaggio, all’ambiente e all’economia locale; per il grande valore culturale e naturalistico andato perduto, assieme al flusso turistico ad esso legato.

L’area scelta per il progetto, denominata BELVEDERE – SANTA CATERINA, è di proprietà della Comunità del Bosco del Monte Pisano Onlus (CBMP). I lavori di ripristino verranno eseguiti nel pieno rispetto dei principi di naturalità e biodiversità del luogo. Per una visione omogenea e organica dell’area di intervento verrà coinvolta nel progetto di ripristino anche una particella adiacente appartenente ad un associato della CBMP.

Mappa storica dell'uso del Suolo nel 1825, Area Santa Caterina

Area Santa Caterina nel luglio 2020

Le donazioni raccolte verranno impegnate nello specifico per le seguenti attività:

  • Ripristinare le coperture vegetali, con la progettazione congiunta di AlberItalia assieme al DAGRI  (Università degli Studi di Firenze) e la Comunità del Bosco del Monte Pisano, seguendo le le linee guida del Documento tecnico per l’attuazione degli interventi di ripristino dei soprassuoli boscati. Un In pratica, dopo la reintegrazione della sostanza organica con apporti di ammendanti, paglia, compostati e fiorume, sarà eseguita la piantagione di arbusti e alberi in gruppi. Verrà usato il materiale cippato presente, di risulta dalle attività di messa in sicurezza post incendio, come pacciamante per ridurre l’evaporazione e rallentare lo scorrimento delle acque meteoriche. Nelle prime due stagioni dopo l’impianto sono previsti interventi di irrigazione di soccorso (autobotte) in modo che le piante superino lo stress idrico estivo e installino correttamente il proprio apparato radicale nel suolo;
  • Recuperare i sentieri turistici e di servizio e combattere il dissesto idrogeologico post-incendio con opere di ingegneria naturalistica, ad esempio palizzate con piantagione di talee di salice, sanguinella e ginestra, per il contenimento di erosioni localizzate;
  • Sviluppare un processo partecipativo per il coinvolgimento delle comunità locali al fine di garantire la trasparenza delle scelte gestionali fatte e sensibilizzare verso gli effetti della crisi climatica e l’importanza del presidio come forma di sorveglianza su ciò che accade nel territorio. La composizione specifica della nuova copertura vegetale, che vede ad esempio la reintroduzione delle sughere, si basa su nozioni scientifiche che saranno rese accessibili alle comunità locali così che possano comprenderle e sposare questo approccio di adattamento e mitigazione agli effetti del cambiamento climatico. Per far questo, in collaborazione con la Comunità del Bosco del Monte Pisano e verranno organizzate occasioni di incontro e condivisione sotto forma di:
    • Living lab aperti alla cittadinanza;
    • Eventi pubblici di sensibilizzazione alla crisi climatica e all’esigenza di contrastarla anche piantando e gestendo alberi e arbusti;
    • Passeggiate nelle zone colpite dall’incendio e nelle aree di rimboschimento;

Al termine dei lavori verrà installato sull’area un pannello informativo sul quale, oltre a parlare dell’intervento, dei risultati attesi, dell’area interessata e del suo inquadramento storico, troveranno spazio i loghi delle realtà che hanno maggiormente contribuito al suo ripristino.

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