Nasce dalla sinergia tra Regione Toscana, Comunità del bosco del Monte Pisano Onlus e la società OLT Offshore LNG Toscana per la realizzazione di due interventi nei comuni gravemente danneggiati dagli incendi del 2018 e 2019: Montegrande (comune di Vicopisano) e La Croce (Comune di Calci).
Il lavoro è fondato sul Documento tecnico per l’attuazione degli interventi di ripristino dei soprassuoli boscati interessati dagli incendi predisposto da Regione Toscana col supporto del DAGRI dell’università di Firenze e del DISAA dell’università di Pisa. Un vero manuale tecnico pratico che integra in un’unica strategia metodologie innovative per i ripristini
delle coperture forestali. OLT ha seguito il percorso sin dall’inizio e ha deciso di
finanziare i due interventi nell’ambito delle attività di “Corporate Social Responsibilty” (CSR) legate al progetto “L’Energia del Mare – Fare con e per il Territorio”, attraverso il quale la Società sta sviluppando interventi capaci di intercettare le esigenze sociali del territorio che ospita il proprio impianto.
L’area di Montegrande è stata scelta perché, oltre ad aver subito pesanti danni a causa del fuoco, ha una rilevanza strategica per la prevenzione degli incendi boschivi ed è situata su di un importante crocevia di percorsi tradizionali di comunicazione. Inoltre si tratta di un sito di rilevante importanza paesaggistica e archeologica.
L’intervento è pensato come spazio dimostrativo e didattico per promuovere la replicabilità del progetto e la valorizzazione dei servizi ecosistemici del bosco.
La riforestazione dell’area, oltre a contribuire al ripristino ambientale di una superficie fortemente danneggiata dal fuoco, è un luogo dove vengono sperimentate tecniche e metodi innovativi (Nature Based Solutions) per favorire l’assorbimento di CO 2, la massimizzazione dei servizi ecosistemici e la riduzione dell’infiammabilità, favorendo la naturale transizione della vegetazione verso la latifoglia. II progetto prevede la manutenzione dell’area per offrire le massime opportunità di riuscita.
La vegetazione del Monte Pisano ha subito notevoli mutazioni negli ultimi due secoli.
Dalla drammatica riduzione del castagno iniziata alla metà del 1800, legata a malattie e abbandono, agli interventi di forestazione con resinose che, a partire dal 1950, hanno trasformato i prati pascolo sulle cime e sui crinali in boschi di pino.
Gli incendi sempre più frequenti, a causa dall’abbandono e della crisi climatica, favoriscono il diffondersi del pino e di altre specie legate al ciclo del fuoco, trasformando il Monte Pisano in un’area estremamente infiammabile.
Gli ultimi incendi hanno evidenziato quanto sia urgente e necessario intervenire per evitare di perdere in pochi giorni centinaia di migliaia di alberi adulti con la conseguente emissione di tonnellate di CO 2 e di polveri sottili, oltre che a danneggiare la biodiversità, la fertilità dei suoli e l’assetto idrogeologico.
Le priorità alla base dei ripristini, così come indicate nel Documento Tecnico, sono:
- difendere le abitazioni e le infrastrutture;
- scongiurare il dissesto idrogeologico;
- realizzare un ripristino vegetazionale che riduca i rischi di incendio, migliori la biodiversità e favorisca la fruizione turistico ricreativa dell’area.
L’intervento è stato eseguito in quattro fasi:
- Ripulitura manuale e meccanica eliminando alberi morti e pericolanti, facendo attenzione a preservare la vegetazione spontanea in fase di ricaccio dopo l’incendio.
- Realizzazione di piccole opere di sistemazione idraulica per ridurre le erosioni e favorire la crescita delle piante presenti utilizzando materiale locale quando possibile.
- Installazione di un punto di sosta didattico con cartellonistica informativa.
- Piantumazione di cluster di vegetazione.
La piantumazione a Cluster favorisce l’integrazione di specie differenti. Le velocità di crescita vengono valutate in modo da ottimizzare la ripresa vegetazionale, la biodiversità e la ricolonizzazione naturale dei sistemi forestali.